
Insieme agli amici della Shodan Reggio Emilia al seminario tenuto da Bernardo Cipollaro 6° Dan Renshi. Grazie infinite a tutto il dojo della Scaligera Kendo per aver organizzato questo bellissimo pomeriggio di pratica.


Auguri a tutti per un 2023 ricco di pratica e soddisfazioni!
L’anno è appena iniziato e già ci sono tantissimi eventi in programma. Gli amici del Kendo Veronese organizzano un seminario domenica 22 al quale parteciperemo.
Info di servizio: gli allenamenti del 27 e del 29 Dicembre sono sospesi per le festività natalizie. Riprenderemo la pratica il 3 di gennaio.
Buone feste e buon anno da tutto il team della Parma Kendo Kai a.s.d
Come di consueto, l’attività durante i mesi estivi rallenta, ma non si ferma. Durante il mese di luglio faremo un solo allenamento serale alla settimana: tutti i giovedì dalle 21:00 alle 22:30. Mentre sperimenteremo gli allenamenti mattutini (Asageiko) dalle 7 alle 8, con alcuni temerari del dojo.
Invitiamo a raggiungerci per la pratica estiva anche gli amici delle palestre vicine. P.s. Abbiamo la fortuna di avere un’ottima birreria difianco al dojo dove rinfrescarsi a pratica conclusa ^^
Potete trovare gli allenamenti da qui a fine anno sul nostro Calendario
Il 27 luglio sarà l’ultimo allenamento dell’anno 2020-2021, il secondo anno di Kendo che viviamo in maniera intermittente a causa del Covid.
Possiamo comunque dirci fortunati ad essere riusciti a praticare 7 mesi e mezzo su 11 e anche se la normalità è ancora lontana, siamo sereni nell’affermare che a settembre ripartiremo sicuramente con gli allenamenti.
Ecco quindi le info relative al nuovo anno:
Data inizio delle lezioni: Giovedì 2 Settembre.
Martedì e Giovedì dalle 21:00 alle 22:30 presso la palestra Squashinn in via Rapallo n.7 a Parma. I nostri allenamenti iniziano a settembre e si concludono a luglio dell’anno successivo.
Le lezioni di prova gratuita prima di finalizzare l’iscrizione sono sempre 4.
Abbiamo una buona scorta di attrezzatura dell’associazione da poter dare in uso gratuito ai nuovi principianti prima che ne acquistino una propria.
Tema Green Pass: per il momento dal ministero confermano l’obbligatorietà per poter praticare.
Quota Associativa: 250 € per tutto l’anno di pratica + assicurazione e tessera cik (15€per i principianti, 45 € per i Kyu, 65 € per i Dan)
Accettiamo iscrizioni dagli 8 anni in su.
Per poter praticare servono: il certificato medico per la pratica agonistica oppure quello per la pratica non agonistica. Consigliamo sempre l’agonistico, visto che vengono fatti più esami.
Guardiamo già ai giorni in cui potremo allenarci di nuovo insieme.
Nell’attesa, ricordiamoci che il Kendo non si pratica solo tra le mura del dojo. Ma si vive nell’attitudine al miglioramento di se stessi, nella gentilezza verso il prossimo, nella riconoscenza verso chi ci fa crescere e nel dono del nostro tempo a chi ha voglia di imparare.
Possiamo farlo tutti i giorni. Anche questo è Kendo.
Auguri di buon anno dai ragazzi e le ragazze della PKK.
Cari amici e soci: a seguito della firma del DPCM del 24 Ottobre procediamo con la sospensione dei nostri allenamenti fino al 24 Novembre (data della validità del decreto di cui sopra). Vogliamo però segnalare con una punta di orgoglio che dall’11 giugno abbiamo effettuato 38 allenamenti nel rispetto delle linee guida CSEN-CIK; nel nostro dojo sono passate 33 persone fra soci e interessati e non si sono riscontrati casi di positività. Nell’ambiente dello sport di base siamo da sempre abituati a fare tanto con poco, non abbiamo paura nell’applicare norme e seguire regole. Come sempre raccoglieremo i cocci e ci rimboccheremo le maniche, come sempre faremo del nostro meglio. A presto!
Il primo mese di pratica dell’anno è andato e.. per ora tutto bene. Il rispetto delle norme anticontagio non ha condizionato particolarmente le nostre attività di pratica, che con alcuni accorgimenti, dal distanziamento, all’utilizzo di dispositivi di protezione all’interno delle armature ci hanno permesso di allenarci regolarmente.
Siamo molto contenti di aver avuto tanti nuovi principianti, tanto che per rispettare il limite di capienza della sala di allenamento abbiamo dovuto opzionare un terzo giorno di pratica settimanale. Abbiamo quindi il lunedì dedicato agli avanzati, il martedì ai principianti e il giovedì alla pratica dei due gruppi insieme, mantenendo sempre l’orario dalle 21:00 alle 22:30.
Ci sentiamo comunque dei privilegiati visto che all’interno del gruppo nessuno dei ragazzi ha contratto il virus e la natura stessa della nostra pratica ci permette di strutturare degli allenamenti nei quali, con gli accorgimenti citati sopra, riusciamo ad allenarci in sicurezza.
Per chi è curioso di sapere dove abbiamo preso la mascherina segua il link sotto.
https://www.kendo24.com/ruestungen/massgefertigt/corona-protektor-men
Un titolo immersivo e coinvolgente, non senza difetti
Giappone, 1274.
L’esercito mongolo sbarca sull’isola di Tsushima, per usarla come testa di ponte per l’invasione di tutta l’isola nipponica.
Il jito lord Shimura guida l’esercito dei difensori, ma è chiaro da subito che lo spietato Kothun Khan, comandante delle forze mongole, ha fatto i compiti a casa ed è venuto preparato allo scontro contro l’esercito dei samurai, conoscendo bene le tattiche e la filosofia dei guerrieri giapponesi riesce velocemente a sbaragliarli grazie a tattiche disonorevoli e all’utilizzo della polvere da sparo.
La battaglia per la difesa di Tsushima si risolve in un massacro per l’esercito dei samurai e la cattura di Lord Shimura.
Sopravvissuto allo scontro iniziale, il giovane Jin Sakai, nipote di Lord Shimura, affronta coraggiosamente il Khan nel tentativo di salvare lo zio, ma le cose vanno male e il samurai viene sconfitto, precipitando in mare e ritenuto morto.
Viene invece salvato dalla ladra Yuna, che mossa da interessi personali insegnerà a Jin qualche nuovo trucco per avere la meglio dei mongoli.
Così inizia la storia di Ghost of Tsushima, l’ultimo gioco di Sucker Punch per Playstation 4.
Lo Spettro di Tsushima
Il gioco inizia qui, nei panni dell’affranto Jin Sakai che, riconosciute le deficienze nel codice di condotta dei samurai, dovrà studiare delle nuove tattiche per salvare lo zio, vendicarsi del Khan e cacciare i mongoli via dall’isola.
La trama si dipana per tre atti, la storia è avvincente e ricca di colpi scena, alcuni davvero drammatici, con il giovane Lord Sakai che dovrà trovare alleati e risorse per combattere i mongoli, vivendo al contempo un feroce conflitto interiore per cercare di coniugare il bushido, il severo codice dei samurai che Jin ha imparato a seguire per tutta una vita, e con quello che è necessario fare per sconfiggere i nemici, ovvero usare tecniche disonorevoli per sorprendere gli agguerriti nemici.
Immergersi Nell’Atmosfera e Nel Paesaggio
Appare chiaro fin da subito che il lavoro svolto dagli svilpuppatori è eccellente, il protagonista si muove in un contesto credibile e pulsante di vita.
La mappa da esplorare è enorme, artisticamente molto ispirata, capiterà fin troppo spesso a fermarsi durante una missione o l’esplorazione a fissare a bocca aperta la magnificenza che compare a schermo.
Il Giappone presentato da Sucker Punch è incredibilmente plausibile e vibrante, evidentemente frutto di un accurato studio, non sorprende infatti che il gioco stia andando benissimo proprio in terra nipponica, dove di fatto sembra che venga apprezzata quella che è de facto una dichiarazione d’amore per la cultura giapponese, e non solo quella legata a katane e samurai.
Tutto è integrato sapientemente nel gioco, dalle formali interazioni sociali, le tipiche costruzioni architettoniche, i giardini curati, gli abiti dei personaggi.
I paesaggi suggestivi sono interrotti solo dai campi di battaglia, dagli occasionali corpi massacrati, bruciati, impalati e impicatti agli alberi, un severo monito al giocatore, un memento della ferocia del nemico che siamo chiamati ad affrontare.
Tecnicamente Eccelso
Sebbene non regga il passo con produzioni recenti come ad esempio The Last of Us 2, con cui GoT condivide la finestra di uscita, è dal punto di vista artistico che il gioco di Sucker Punch colpisce nel centro: se sembra inferiore ad un mero conteggio dei poligoni a schermo, tutto è amalgamato con grande maestria, ogni cosa studiata con attenzione per garantire una grande immersività, come ad esempio l’interfaccia utente, poco invasiva e che compare solo nei momenti di bisogno, e alla geniale trovata del vento per indicarci la direzione da seguire per arrivare a destinazione.
Anche per quanto riguarda il combat system è chiaro che il lavoro svolto è più che adeguato, sebbene non sia all’altezza dei soulslike di From Software, è comunque funzionale e fluido, senza arrivare ai livelli di masochismo da testicoli chiusi nel cassetto di Sekiro, ai livelli di difficoltà più elevati costringe il giocatore a sudare le proverbiali sette camice per aver ragione dei gruppi di nemici più affollati.
Il senso di progressione del personaggio regala grande soddisfazione, durante l’avventura potremo infatti raccogliere diversi materiali che serviranno per migliorare armi e armature che sbloccheremo durante il gioco.
Menzione d’onore per le side quest, solitamente relegate a ruolo secondario per allungare il brodo insipido della trama principale, in Ghost of Tsushima diventano invece quasi essenziali da portare a termine, se le quest mitologiche sono importanti per acquisire armature e tecniche devastanti, quelle secondarie degli alleati sono imperdibili per capire i dilanianti drammi vissuti dai comprimari che ci accompagnano nella nostra avventura, come rararamente ci era successo di vedere in titoli del genere.
Non Senza Difetti
Sebbene gestito in maniera impeccabile, è chiaro come l’hardaware PS4 sia ormai al canto del cigno, il campo visivo ad esempio, sebbene l’orografia variegata serva quasi sempre a mitigare i limiti della macchina, ci sono casi, come ad esempio le isole più lontane che sono brutalmente troncate dai limiti del fow. Ci chiediamo se non fosse stato più opportuno evitare di inserirle.
Il terzo atto ci è sembrato un po’ troppo corto se paragonato ai due precedenti, l’impressione è che si sia voluto tagliare troppo bruscamente una storia che fino a quel momento aveva un ritmo ben preciso, e che abbia subito una brusca accellerazione sul finale. Niente di drammatico, ma fastidioso.
Ma il vero grosso difetto di Ghost of Tsushima è nella stessa natura del gioco, il fatto è che la trama viaggi su binari prestabiliti e il giocatore faccia solo da passeggero nel viaggio verso il finale univoco.
Non ci sarebbe dispiaciuto un gioco con finali alternativi, con le scelte del giocatore determinanti al fine della trama, come ad esempio in Infamous: Second Son, sempre di Sucker Punch, con la possibilità di fare di Jin uno shinobi, un samurai, o un mix di entrambi.
Scelta questa che mina anche la rigiocabilità del titolo: una volta ottenuti tutti i trofei sbloccabili, la maggior parte dei quali portando a termine la campagna principale in una cinquantina di ore, non avrete motivo per tenere il gioco ad occupare spazio nel vostro hard disk.
Concludendo
Ghost of Tsushima è una dichiarazione d’amore per il Giappone e la sua cultura: non è un caso che sebbene il gioco sia localizzato in inglese e in italiano, è sicuramente più godibile con l’audio in lingua giapponese, clamorosa anche la possibilità di giocarlo in bianco e nero, con risoluzione volutamente sgranata in omaggio al cinema del grande Akira Kurosawa.
Davvero un peccato che pochi accorgimenti avrebbero potuto portare questo titolo nell’Olimpo della storia dei videogiochi, facendone una pietra miliare.
Anche cosi rimane comunque un titolo godibilissimo, irrinunciabile per chi ama i titoli open world e la cultura giapponese.
Andrea