I Principi del Kendô
Dai documenti ufficiali Zen Nippon Kendo Renmei (ZNKR)
All Japan Kendo Federation (AJKF)
Il concetto di Kendô:
Kendô è un modo di vita qualificato dalla ricerca della perfezione come essere umano attraverso l’addestramento nei principi dell’arte del maneggio della spada giapponese.
Gli elementi del concetto
1. Ningen‐keisei è la ricerca della perfezione di mente e di corpo come essere umano. Divenire un essere umano eccellente attraverso il Kendô è la meta ultima del Kendô.
2. Shugyô è l’addestramento nei principi dell’arte del maneggio della spada giapponese. Il processo di rigoroso addestramento e di affinamento della mente e del corpo richiede la continuità della pratica, è legato al modo di vita ed alla creazione di un nuovo sè ed in esso un elemento importante è rappresentato dall’unificazione del modo di vita con l’arte praticata.
3. Ri‐hô sono i principi dell’arte del maneggio della spada giapponese. Allo scopo di rendere perfetta la spada‐che‐non‐recede, essi indicano il modo in cui sforzarsi di realizzare il corretto movimento d’attacco: armonicamente e con la corretta attitudine mentale, la corretta postura e con pienezza di spirito.
4. Waza è l’arte del maneggio della spada giapponese: un movimento d’attacco dotato di forma tipica in cui si manifesta una capacità motoria acquisita attraverso un lungo e duro addestramento.
E’ la forma in cui istantaneamente devono esprimersi Shin, Ki, Ryoku allorchè è intuitivamente percepito uno stimolo proveniente dall’Opponente.
Le forme dell’addestramento e l’ordinamento in ranghi:
5. Keiko è la pratica dell’arte del maneggio della spada giapponese. Keiko non indica semplicemente la pratica nel suo ripetersi, il suo significato include l’importanza dell’attitudine nei confronti dell’arte praticata. Keiko inizia e finisce con Rei‐hô (Sa‐za‐uki, Sei‐za, Moku‐sô, Za‐rei, Ritsu‐rei, Son‐kyo), presuppone Kihon‐dôsa (gli elementi fondamentali necessari per padroneggiare le tecniche di base e per fronteggiare l’Ai‐te (l’Opponente): 1. Shisei; 2. Kamae e Metsuke; 3. Kamae‐kata ed Osame‐kata; 4. Ashi‐sabaki; 5. Suburi; 6. Kake‐goe; 7. Ma‐ai; 8. Kihon‐no‐uchi‐kata, ‐tsuki‐kata, ‐ uke‐kata; 9. Kiri‐kaeshi; 10. Tai‐atari; 11. Tsuba‐zeriai; 12. Zan‐shin) e comprende Kata‐geiko e Keiko‐hô.
6. Kata‐geiko è la pratica della sola forma: l’insegnamento e
l’apprendimento di Waza da parte di Uchidachi e Shidachi. Lo scopo di una ripetuta pratica di Kata è di apprendere, con il corpo, i vari Waza che sono incorporati nel Kata ma anche di apprendere e comprendere il significato spirituale di ciascun Waza. Kata è la forma‐ modello che esprime concretamente gli stati mentali ideali, le tecniche ideali e la corporeità ideale che sono acquisiti attraverso la pratica. Kata‐geiko segue di norma Nippon Kendo Kata (t). In Kata‐geiko Uchidachi è la persona che svolge la funzione di insegnare Waza; in Nippon Kendo Kata è la persona che inizia l’azione allo scopo di insegnare a Shidachi i principi di Waza.
7. Keiko‐hô è il metodo di apprendimento, fondato sulla presenza di Motodachi, del modo di esecuzione (gijutsu‐wo shûtoku‐suru tame‐no hôhô) di Waza. Consiste nel colpire con lo Shinai un bersaglio, posto sulla persona di Motodachi, protetto dal Kendô‐gu (kendô‐gu‐wo chakuyô shiteiru bui‐eno uchikomi). Attualmente include: 1) Kihon‐geiko (Kiri‐kaeshi, Yakusoku‐geiko, Uchikomi‐geiko, Kakari‐geiko), 2) Gokaku‐geiko (Ji‐geiko), 3) Hikitate‐geiko, 4) Shiai‐geiko, 5) Keiko di altro tipo come Hitori‐geiko e Mitori‐geiko, 6) Tokubetsu‐geiko (Kan‐geiko, Shochû‐geiko, De‐geiko, Gasshuku‐geiko). In Kihon‐geiko, Kakari‐geiko, Ji‐geiko Moto‐dachi è la persona che assume il ruolo dell’istruttore nei confronti della persona che sta venendo addestrata (kihon‐geiko, kakari,‐geiko, ji‐geiko nado‐wo okonau mono‐ni taishite shidô‐teki tachiba‐de keiko suru hito), ricevendo su di sè il suo attacco.
8. Shi‐ai è la competizione tra due contendenti per Yûkô Datotsu. Shin‐pan è la decisione sull’esito di Shi‐ai risultante dall’applicazione di Shinpan‐hô: il metodo di attestazione della realizzazione dei principi dell’arte del maneggio della spada giapponese in Shi‐ai.
9. Shin‐sa è l’attestazione del livello raggiunto nell’addestramento nei principi dell’arte del maneggio della spada giapponese: l’esame, la decisione se promuovere o meno il Candidato ad un rango più elevato. Shin‐sa presuppone e realizza Dan‐to‐kyû, il sistema che indica i livelli di comprensione del Kendô e di abilità raggiunta: l’ordinamento in ranghi che determina l’assetto delle istituzioni del Kendô. La realizzazione dei principi ed il metodo della sua attestazione in Shi‐ai.
10. Ippon è la realizzazione dei principi dell’arte del maneggio della spada giapponese. Ippon è l’esecuzione di Waza che raggiunge il proprio scopo: il colpo valido eseguito con Ki‐ken‐tai‐itchi. Waza è eseguito con Ki‐ken‐tai‐itchi quando Ki (lo spirito), ken (il maneggio dello Shinai) e tai (i movimenti del corpo e la postura) si accordano ed agiscono insieme con la corretta tempestività, creando le condizioni per un colpo valido. L’esecuzione di Waza con Ki‐ken‐tai‐itchi attesta la presenza di Ri‐ai. Ippon pienamente espresso manifesta Sae.
11. Yûkô Datotsu è la realizzazione dei principi dell’arte del maneggio della spada giapponese prevista da Shinpan‐hô per Shi‐ai. Yûkô Datotsu (v) è l’esecuzione di un colpo valido, il colpo che è Ippon: Waza eseguito nella sua completezza. Waza è eseguito nella sua completezza quando sono esibite pienezza di spirito e postura appropriata ed il Datotsu‐bui dell’opponente è colpito con la parte di Shinai a ciò deputata usando il corretto Ha‐suji ed esprimendo Zan‐shin.
(testo tratto dallo Statuto della Confederazione Italiana Kendo C.I.K.)